1. Il tuo intestino ospita più di una decina di bilioni di microorganismi.
L’intestino non rappresenta solo una parte delle condutture attraverso le quali passa il cibo e dove si svolgono la digestione e l’assimilazione delle sostanze nutritive, ma ospita anche un ecosistema complesso composto da decine di bilioni di microorganismi. Tra di essi vi sono batteri, virus, archei, funghi e persino parassiti monocellulari. Gli scienziati ritengono che nel nostro organismo vivano all’incirca 38 mila miliardi di microorganismo, che è un numero quasi uguale a quello delle nostre cellule. La massa complessiva dei microorganismi intestinali può arrivare fino ai 2 chilogrammi, che è paragonabile alla massa di organi maggiori, come il fegato o il cervello.
2. L’intestino – il nostro “organo nascosto”
Il Microbiota non è solo un abitante passivo del nostro intestino, esso vive in simbiosi con l’uomo e influisce significativamente su quasi tutti gli aspetti della nostra salute. La sua composizione e la sua attività influiscono su:
- metabolismo (contribuisce alla scomposizione dei carboidrati complessi; un microbiota poco sano può comportare obesità, insulino resistenza, diabete di tipo 2…);
- funzionamento del sistema immunitario;
- funzioni cerebrali, condizioni psicologiche ed emotive;
- salute cardiovascolare;
- capacità digestive (sintesi delle vitamine, scomposizione delle fibre);
- reazioni ai farmaci;
- salute di altri organi, come la pelle e il fegato
Sebbene il microbiota non sia un organo in senso anatomico, gli scienziati, sempre più spesso, lo chiamano proprio “organo nascosto”, in virtù del suo ruolo chiave che riveste nel metabolismo, nel sistema immunitario e nel mantenimento dell’equilibrio interno dell’organismo.

3. L’alimentazione come forza selettiva
L’alimentazione è uno dei fattori esterni di maggior impatto che può, in tempi molto brevi (già entro uno o due giorni), modificare significativamente la composizione, la varietà e le funzioni del microbiota intestinale. Ovvero, ciò che mangiano non nutre soltanto noi, ma anche i bilioni di batteri che si trovano nel nostro intestino.
Per questo motivo, il cibo agisce come forza selettiva: stimola la crescita di alcune tipologie di batteri, sopprimendone altre. Ad esempio, un’alimentazione ricca di fibre stimola la moltiplicazione di batteri che creano sostanze antiinfiammatorie, mentre un’alimentazione ricca di grassi saturi può stimolare l’aumento di quelli che contribuiscono ai processi infiammatori.
I nostri batteri intestinali, infatti, si contendono tra loro lo spazio e le sostanze nutritive. Per questo, modificare la propria alimentazione è uno dei metodi più efficaci per migliorare in modo duraturo la salute del microbiota e, con esso, la propria salute.
4. L’intestino è il nostro secondo cervello
Le pareti intestinali sono intrecciate a una rete nervosa composta da circa 100 milioni di neuroni, che sono più di quanti ne abbia il midollo spinale. Questo sistema nervoso si chiama sistema nervoso enterico e permette all’intestino di reagire, contrarsi e gestire la digestione autonomamente, senza bisogno di ricevere continuamente “ordini” dal cervello. In virtù di queste sue sorprendenti caratteristiche organiche, che operano in maniera completamente autonoma, l’intestino viene definito anche come “secondo cervello”.
5. Varietà e stabilità – il segreto di un microbiota sano
Le due caratteristiche più importanti di un microbiota intestinale sano sono la varietà e la stabilità. Ciò che vale per l’ecosistema vegetale e animale, vale anche per il microbiota intestinale: tanto maggiore è la varietà, quanto maggiori sono la resistenza e la salute.
Pensate ad un campo dove si coltiva solo una coltura: il terreno si impoverisce e diventa sempre più sensibile a malattie e parassiti. D’altro canto, quando piantiamo piante diverse, il terreno si arricchisce e diventa più fertile e resistente.
Lo stesso avviene nel nostro intestino: se domina un solo tipo di batteri, l’intestino diventa meno resistente e aumenta il rischio di infiammazioni, disturbi intestinali e malattie. Al contrario, un’alimentazione varia (ricca di fibre, alimenti fermentati e integrali) favorisce la crescita di un microbiota vario e rafforza la salute interna.

6. Più del 70% delle cellule del sistema immunitario si trovano proprio nell’intestino e ciò ci fa capire quanto esso sia importante per la difesa del nostro organismo.
È qui che avviene lo scambio più intenso tra il mondo esterno e quello interno del corpo, per questo le cellule immunitarie devono costantemente “pattugliare”, controllare e reagire a potenziali minacce.
Il microbiota intestinale e i suoi prodotti metabolici regolano anche il lavoro del sistema immunitario, determinando quando e come esso si attiverà per proteggerci da eventuali rischi, ma impediscono anche che reagisca in maniera eccessiva (come nel caso di allergie o malattie autoimmuni).
Le pareti intestinali insieme alla mucosa rappresentano una barriera fisica, la prima linea di difesa che impedisce l’ingresso nell’organismo di sostanze dannose, batteri patogeni e tossine. Per questo un microbiota intestinale sano rappresenta la base di un sistema immunitario più forte ed equilibrato. Quando il microbiota è danneggiato, anche il sistema immunitario è più debole e aumentano i rischi di infezioni e malattie. Talvolta può diventare iperattivo, come si osserva in caso di allergie o dermatite atopica.
7. Nell’intestino si produce anche tra il 90 e il 95% della serotonina (il neurotrasmettitore noto anche come “ormone della felicità”).
Sebbene la colleghiamo più di frequente al cervello e agli stati emotivi, la maggior parte della serotonina viene, in realtà, prodotta nell’intestino, grazie alle cellule e alle sostanze prodotte dai batteri intestinali. La serotonina svolge numerose funzioni all’interno dell’organismo; ad esempio, regola il sonno, l’appetito, la digestione, l’umore e persino la soglia del dolore. Nell’intestino, la serotonina influisce sulla peristalsi, ovvero sul movimento dei contenuti all’interno dell’apparato digerente.
Sebbene la serotonina prodotta nell’intestino non possa superare la barriera emato-encefalica, la ricerca suggerisce che uno squilibrio nel microbiota può influire sulla segnalazione della serotonina nel cervello, il che può essere associato a stati quali: depressione, ansia e altre condizioni psicologiche.

8. Il microbiota inizia a svilupparsi sin dalla nascita e si stabilizza intorno al terzo anno di età.
Il microbiota inizia a svilupparsi in modo intensivo sin dalla nascita, quando il neonato entra in contatto per la prima volta con l’ambiente esterno, benché alcuni scienziati ritengano che i primi microbi compaiano già nel ventre materno. Tuttavia, anche il tipo di parto (vaginale o mediante taglio cesareo) riveste un ruolo importante, così come l’alimentazione (allattamento al seno, latte artificiale, introduzione di cibi solidi).
Intorno al terzo anno di età il microbiota diventa funzionalmente più stabile e simile al microbiota degli adulti, pur restando ancora sensibile ai cambiamenti. Pertanto, un’alimentazione varia sin dalla prima infanzia è fondamentale non solo per la crescita e lo sviluppo, ma anche per la formazione del microbiota intestinale, influendo in modo duraturo sul sistema immunitario, sul metabolismo e sulla salute psicofisica. Così, per esempio, i bambini che assumono più fibre e alimenti fermentati hanno un microbiota più vario e un rischio minore di sviluppare malattie allergiche.
Per questo è importante che l’alimentazione in tenera età sia varia, ricca di prebiotici (fibre), di probiotici (cibi fermentati) e con una quantità minima di cibi trasformati.
9. L’asse intestino-cervello – la comunicazione che cambia la visione della salute.
L’intestino e il cervello comunicano tra di loro attraverso l’asse intestino-cervello, un complesso sistema di comunicazione che agisce in entrambe le direzioni. Questo legame si sviluppa attraverso più percorsi paralleli: attraverso il sistema nervoso (specialmente attraverso il nervo vago), mediante i segnali ormonali e immunologici, nonché attraverso i metaboliti prodotti dal microbiota.
Sempre più studi dimostrano come lo stress e l’alimentazione influiscano sull’attività di quest’asse e con essa sul nostro umore, digestione e salute in generale.
Per saperne di più sul legame tra alimentazione, stress e digestione puoi leggere quest’articolo.
10. Gli abitanti del tuo intestino contribuiscono alla regolazione del peso corporeo
L’influenza del microbiota intestinale sul peso corporeo si manifesta attraverso diversi meccanismi: mediante i segnali ormonali, i metaboliti, gli indici di flogosi e anche attraverso gli effetti sul comportamento. Ad esempio: il microbiota attraverso i suoi prodotti metabolici stimola la secrezione di ormoni come il GLP-1 e il PYY, che regolano l’appetito e la sensazione di sazietà.
Determinati batteri producono persino sostanze che agiscono sul cervello, influendo in tal modo sulle tue scelte e desideri alimentari, specialmente se parliamo di cibi dolci o grassi.
Il microbiota, inoltre, può influire sulla quantità di energie che il corpo assorbe attraverso il cibo, come anche sul modo in cui consumare o conservare questa energia. Degli studi hanno mostrato che persone con una minore varietà nel microbiota corrono maggiormente il rischio di aumentare di peso e hanno maggiori difficoltà a regolarlo.
Per saperne di più su come un microbiota intestinale danneggiato possa contribuire all’aumento di peso, leggi qui.
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